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Giudizio degli altri: babywearing edition

giudizio degli altri

“Io avrei fatto così” o, addirittura “fai così”: quante volte, cara mamma, te lo stai sentendo dire da amici e, soprattutto, parenti?

La nascita di un bambino è un momento meraviglioso e pieno di emozioni… fino a quando non arrivano amici e parenti a trovarti in ospedale o a casa, “sparando sentenze” a raffica.

Che cosa fa il giudizio degli altri sulle neo mamme? Danni, davvero tanti danni!

I pareri non richiesti, infatti, non fanno che mettere letteralmente in confusione le mamme, riempiendole di ansie inutili. L’unica cosa a cui dare retta, invece del giudizio degli altri, sarebbe proprio l’istinto materno che sta all’interno di ogni donna, che è sempre la via giusta.

Se il bambino piange, perché non ascoltare l’istinto e prenderlo in braccio? Per paura di “viziarlo”, come dicono i fastidiosi parenti e amici che vogliono contribuire con pareri non richiesti?

Prendere in braccio il proprio figlio non comporta alcun rischio, anzi, fa solo bene a te, mamma, e a lui, che si sentirà amato e protetto.

Proprio a questo proposito vogliamo parlarti dei pareri non richiesti riguardanti il babywearing, la pratica del portare, che tanto fa stare bene mamme, papà e bambini, ma che molto spesso viene giudicata erroneamente come “il vizia bambini”.

Continua a leggere per saperne di più.

Il babywearing: un toccasana per te e per il tuo bambino

Cappotto per portare wear me

Se sei finita in questa pagina, allora forse saprai quasi sicuramente che cosa si intende per babywearing: “portare il bambino”, letteralmente.

Dal caso tu non conoscessi questa pratica, ti invito ad andare a leggere il nostro articolo completo sul babywearing.

Se invece sai bene di che cosa si tratta ma pensi che l’acquisto di una fascia o di un marsupio venga effettuato solo per motivi di comodità e praticità, allora ti invitiamo a proseguire nella lettura.

Il babywearing, infatti, non è stato inventato solo per praticità, ma per tantissimi altri motivi, che ora vedremo insieme.

Il contatto: principio fondamentale del babywearing

Riprendiamo il discorso di prima, ovvero “Non prendo in braccio mio figlio, sennò lo vizio”: sbagliato!

Questa pratica si fonda proprio sul contatto fra genitore e figlio, che è benefico per entrambi, non solo per il bambino.

Il contatto fisico è essenziale: il tatto è il primo senso che si sviluppa. Sin dall’ottavo mese di gravidanza, infatti, ogni bambino è in grado di percepire il mondo che lo circonda. Il bisogno di contatto deriva proprio da questo: il neonato ne ha bisogno per sentire che tu ci sei e che non lo stai lasciando solo, in preda a mille pericoli.

Inoltre, l’abbraccio da parte della sua mamma va a stimolare la sua sfera emotiva, favorendone lo sviluppo.

Nei primi tre anni di vita, il bambino cerca spesso un abbraccio da parte di mamma e papà. Questo, anziché indebolire il suo grado di sicurezza, come erroneamente si pensa, va ad aumentarla, crescendo bambini più forti.

Il bisogno di “affetto”, come si suol dire, è naturale, diversa è, invece, la richiesta di doni materiali: lì sì si va a parlare di vizi.

La pratica del babywearing non cresce bambini viziati, anzi, li educa all’amore e alla fiducia in se stessi.

La teoria del vizio

fascia babywearing in estate

Come abbiamo appena detto, tantissime persone pensano erroneamente che i bambini che stanno in braccio ai genitori o che vengono portati diventeranno viziati. 

Proprio da questo luogo comune nasce la “teoria del vizio”, secondo la quale esisterebbero bambini più o meno viziati. Questo, ovviamente, viene messo in relazione all’atteggiamento che i genitori hanno nei loro confronti.

Per esempio se un bambino trascorre troppo il suo tempo in braccio ai genitori viene giudicato “viziato”. La “teoria del vizio” in generale afferma che, se i genitori danno troppe attenzioni al proprio bambino, questo crescerà viziato. 

Esistono i bambini viziati? Ecco cosa dice la scienza!

La scienza lo ha affermato con certezza: non esistono bambini viziati. Diversi studi hanno dimostrato che alla nascita il cervello di un neonato ha una dimensione pari al 25% di quello dell’adulto ed è per questo che un bebè ha bisogno di esperienze per creare milioni di sinapsi al secondo. Quando un bambino si sente protetto e assecondato dai propri genitori, la sua frequenza cardiaca aumenta, stimolando il suo sistema nervoso simpatico e favorendo la produzione di beta endorfine. Queste sono sostanze chimiche responsabili dell’aumento dei livelli di glucosio nel cervello, con la conseguente formazione di nuovo tessuto cerebrale. Più sono le esperienze positive e più nel loro cervello si creano connessioni neuronali capaci di aumentare le loro abilità e la loro capacità emotiva. Di certo le emozioni positive non si sviluppano dalle situazioni in cui le loro necessità vengono trascurate. Il pianto è per loro un modo efficace per dirci che c’è un disagio. Il contatto fisico è l’inizio di un percorso di conoscenza con il mondo esterno, quindi non privarlo di questo! Lascia scorrere il giudizio degli altri sulla tua pelle e fai ciò che è meglio per il tuo bimbo. 

Le T-shirt in cotone organico anti-giudizio

Per cercare di aiutarti a superare il giudizio degli altri andandoci contro senza spendere troppo fiato, abbiamo dato vita ad una collezione di T-shirt che siamo certi ti piaceranno moltissimo! Ti presentiamo “Viva le coccole”, “Amo, non vizio”, “Siamo con te” e “Ce la puoi fare”. Oltre a essere un modo “silenzioso” ma efficace di far percepire la propria idea alle persone che sono sempre pronte a giudicare, possono diventare anche un’idea regalo per quell’amica che la pensa come te sul tema del vizio e del babywearing. 

Che ne dici? Ti piacciono?

maglie anti giudizio degli altri

In uno dei nostri ultimi post, inoltre, abbiamo raccolto tanti altri giudizi delle persone sul babywearing. Sfoglialo qui sotto. 

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